Parto con l’intento di disegnare una ragazza. Di spalle. Mi accorgo poi che questo intento è dettato da una incomprensione odierna, di quelle che si hanno alle volte. L’inconscio è potente e sta appena dietro gli occhi. Non appena decido che starà in piedi, arriva il mare. Non appena arriva il mare, dev’essere di notte, una notte senza stelle. È il redentore di qualche anno fa, al Lido di Venezia, sulla spiaggia, con gli amici.
Ma c’è quell’attimo, quasi tutti dormono, il cielo e il mare due distese infinite di nero, solo la luna in cielo ma non basta. La linea dell’orizzonte scompare e mi trovo davanti a tanto nero. È stata una delle sensazioni più belle e strane della mia vita, portatrice di una calma mai più trovata. Cercherò ancora di riprodurla negli anni, e tutti i miei disegni con buio e acqua mirano a quel preciso momento.