i kamipazzi dell’imperatrice furiosa


furiosa

Mad max fury road è un bel film, vale la pena vederlo.

Non tanto per tom hardy, molto bravo ma secondo me penalizzato dal doppiaggio (magari mi sbaglio eh)

Non tanto per charlize theron, che si mangia tutto il film a mani basse

Neanche per il personaggio di nicholas hoult, per il suo arco durante il film, per la sua buona intensità.

Questo film vale la pena di essere visto per via di questo regista che è un vecchio.

Un vecchio che s’è inventato all’epoca il look post-nucleare. quello di kenshiro, e di milioni di robe a seguire.

Il vecchio George Miller ha guardato tutto questo e lo ha chiaramente giudicato non degno. Non si spiega altrimenti la volontà di prendere e fare un film che caga in testa a tutto ciò che è stato il post-atomico dopo di lui ridendo. sguaiatamente.

Tralasciando la fotografia che è di una bellezza abbacinante, anche e soprattutto nella scelta di essere spesso al limite del bicromatico, Miller ha il profondo merito di prendere l’abusato concetto di post-apocalittico e reinventarlo bello nuovo e cromato.

Ripensando alla caduta della civiltà del primo max, all’accampamento del secondo e all’abominio di villaggio del terzo, pare quasi di trovare una continuità nel momento in cui miller ci presenta una sorta di medioevo postapocalittico, dove c’è una rete di insediamenti che si danno man forte, governati da signorotti pluritumorati circondati di truppe di…..

ma così spoilero, e magari è meglio di no.

Vi basti sapere che Miller decide di cagare in testa anche a quei registi che ci mettono infinite mezz’ore di film a descrivere a forza di panoramiche e movimenti di camera il posto dove si starà magari 5 minuti.

In 10 minuti si ha un’immagine più o meno chiara di come funziona la società del luogo, di chi sopraffà chi, di cosa viene scambiato con cosa. in 10 minuti.

Dopodichè miller fa più o meno finta che gli interessi ancora ma in realtà pianta un inseguimento di un’ora e mezza (con alcuni momenti morti sapientemente dosati).

La cosa buffa è che dopo la prima ora me ne sembravano passate 2. ma ne volevo ancora.

Poi ci sono i freaks come se piovesse, le auto che volano, esplodono e si sfasciano, un amore sconfinato per il genere western e i suoi topoi, i kamipazzi, i warson che diventano figli di guerra e poi di nuovo warson, e l’incredibile capacità di George Miller di trovare nomi cazzuti che sembrano usciti da un fumetto scritto da un esaltato di 12 anni. non si può spiegare altrimenti Rictus Erectus, the bullet farmer, the people eater, the organic mechanic, cheedo the fragile, the doof warrior e toast the knowing (la figlia di lenny kravitz).

Ho detto che ogni auto è un frankenstein pimpato dall’inferno di meccanici albini pazzi?

Insomma, un film che bisogna vedere.